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di chitarra a corde

vedi
il cielo è insapore ed opaco alla distanza
del fado placcato su corde d’argento

un corpo da nuvola che si dirada
s’erge su fianchi curvi
a capriccio la testa gira la schiena
in un crescendo mescolato a legni pregiati

la luce
memoria e disincanto
va spenta prima dell’alba

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da desideri d’aria trattenuti

cammina da un anno e un giorno
per terre luminose
di ombre sconosciute
l’arcobaleno che danza
senza bisogno di pioggia
in cerca dei sogni mai nati

respira tranquillo il freddo
sul ghiaccio tritato dell’alba
e le sue labbra sigillano un silenzio
tagliente come preghiera disperata

l’erba bagnata di brina
indossa una coperta solitaria
ragnatele a nodi perlati
da gocce di rugiada
allungano le braccia al grigio
di un cielo nuvoloso

— Riposano i sogni in acque increspate
da desideri d’aria trattenuti —

Rebus Sic Stantibus

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