Ieri parlando con Luisa di deserti abbiamo ricordato il Wadi Rum e io ho ripescato un post che avevo fatto due anni fa proprio sul Wadi
il Wadi Rum definito anche Valle della Luna, è un affascinante Spazio di sabbia rossa da cui si alzano montagne di Roccia, fu molto amato da Laurence d’Arabia, che ne conosceva anche i piu’ reconditi segreti. si trova a 30 Km da Aqaba, quindi abbastanza vicino al Mar Rosso, ed è da tanti anni il mio posto delle Fragole. di solito per arrivare al piccolo villaggio di Rum si usa la macchina e poi se uno vuole a piedi o a cavallo entrare nel Wadi Rum è come entrare in un altro Mondo, un luogo silenzioso, enorme, incredibilmente senza tempo montagne massicce e sagomate spuntano dalla sabbia rosa/rossa, in questo scenario il deserto è vivo, palpitante, di una strana bellezza con le rupi torreggianti di pietra scavata dal tempo, e dai colori indefinibili e mutanti secondo le ore del giorno e le stagioni tutto intorno è vuoto e silenzio e in questi spazi immensi, ci si sente rimpiccioliti ridotti a granelli di sabbia ed è una senzione straordinaria, avverti fin nel profondo di far parte di quel paesaggio ti sembra di percorrere le antiche valli della luna, e di trovare ad ogni passo tesori nascosti da milleni, senti in lontananza il galoppo di L.D’Arabia, che rincorre le tue orme e le tue fantasie l’aria calda sembra gonfiare le colline e i canyon, e il cielo è limpido, terso di un azzurro cupo e a volte violento la notte ti riporta ad un cielo stellato, aperto, ci puoi leggere come in una antica mappa,l a tenda nera dei beduini è una macchia scura in un buio, mai veramente tale, i suoni di un rababa si perdono nello spazio come cerchi concentrici che si allontano con tenera malinconia ascolti il suono del silenzio, dei ricordi, dei sogni e dei desideri, del futuro amo il deserto del Wadi, come nessun altro posto che ho conosciuto, amo l’ospitalità semplice e sincera dei bedu, amo il gaue morra, forte, amaro con quel sapore di hel che ti resta nella bocca nel tempo, amo ascoltare le ballate di Abu Tarek che parlano di guerrieri e di duelli, di caccia e d’amore per splendide fanciulle dalla pelle di pesca, amo svegliarmi all’alba raccolta nella pelle di montone, col suo sapore aspro, non ancora perduto, amo le voci squllanti dei bambini trattenute per non disturbare, amo il pane sottile e trasparente cotto sulla pietra amo sì amo la sensazione di libertà assoluta, dai pensieri, dal quotidiano, da me stessa
la quarta dimensione / di pensiero verticale / esercita il potere dell’andar oltre, oltre il cosciente e gioca a scavalcare le biglie colorate gettate sulla sabbia del mar Meditterraneo
la quinta dimensione / di spazio obliquo / esordisce su livelli diversamente abili ad esorcizzare il valore del segno potando le differenze consapevoli
la sesta dimensione / di tempo estetico / fruibile con una certa precisione allenta i morsi dei cavalli bianchi di De chirico, perduti nell’alta marea
lunghezza altezza profondità lemmi di etimologia grafica o appisolanti parole sparse?
il Wadi Rum definito anche Valle della Luna, è un affascinante Spazio di sabbia rossa da cui si alzano montagne di Roccia, fu molto amato da Laurence d’Arabia, che ne conosceva anche i piu’ reconditi segreti. si trova a 30 Km da Aqaba, quindi abbastanza vicino al Mar Rosso, ed è da tanti anni il mio posto delle Fragole. di solito per arrivare al piccolo villaggio di Rum si usa la macchina e poi se uno vuole a piedi o a cavallo entrare nel Wadi Rum è come entrare in un altro Mondo, un luogo silenzioso, enorme, incredibilmente senza tempo montagne massicce e sagomate spuntano dalla sabbia rosa/rossa, in questo scenario il deserto è vivo, palpitante, di una strana bellezza con le rupi torreggianti di pietra scavata dal tempo, e dai colori indefinibili e mutanti secondo le ore del giorno e le stagioni tutto intorno è vuoto e silenzio e in questi spazi immensi, ci si sente rimpiccioliti ridotti a granelli di sabbia ed è una senzione straordinaria, avverti fin nel profondo di far parte di quel paesaggio ti sembra di percorrere le antiche valli della luna, e di trovare ad ogni passo tesori nascosti da milleni, senti in lontananza il galoppo di L.D’Arabia, che rincorre le tue orme e le tue fantasie l’aria calda sembra gonfiare le colline e i canyon, e il cielo è limpido, terso di un azzurro cupo e a volte violento la notte ti riporta ad un cielo stellato, aperto, ci puoi leggere come in una antica mappa,l a tenda nera dei beduini è una macchia scura in un buio, mai veramente tale, i suoni di un rababa si perdono nello spazio come cerchi concentrici che si allontano con tenera malinconia ascolti il suono del silenzio, dei ricordi, dei sogni e dei desideri, del futuro amo il deserto del Wadi, come nessun altro posto che ho conosciuto, amo l’ospitalità semplice e sincera dei bedu, amo il gaue morra, forte, amaro con quel sapore di hel che ti resta nella bocca nel tempo, amo ascoltare le ballate di Abu Tarek che parlano di guerrieri e di duelli, di caccia e d’amore per splendide fanciulle dalla pelle di pesca, amo svegliarmi all’alba raccolta nella pelle di montone, col suo sapore aspro, non ancora perduto, amo le voci squllanti dei bambini trattenute per non disturbare, amo il pane sottile e trasparente cotto sulla pietra amo sì amo la sensazione di libertà assoluta, dai pensieri, dal quotidiano, da me stessa
comincia nel cuore questo freddo, arrivato d’improvviso, senza bussare alla porta con discrezione si accoccola ai miei piedi e pretende di arrivare ai miei pensieri, con insistenza, decisione impotente, stanca e senza desideri lo lascio vagare sulla mia pelle, giocare con le mie labbra, sfiorare i miei occhi pur sempre un amico che arriva quando meno lo vorrei, è un amico un compagno di tempi che si succedono e che non vogliono mai allontanarsi del tutto lo temo e mi fa compagnia, gela le malinconie e i pianti, tramuntando le lacrime in cristalli salati, lasciando la pelle tirata che potrebbe spezzarsi al primo movimento gli occhi mi dolgono, hanno dentro piccole punte di ghiaccio che impediscono loro il sonno e il riposo, come cime innevate che il sole non vuole scaldare avvolgimi malinconia con un panno colorato e culla un corpo che ha bisogno di fuoco a volte accade che la malinconia si faccia uccello e mi racchiuda fra le sue ali, ma basta un lieve soffio di vento o un rosso o un giallo ad allontanarla da me
gli occhi di un’età di steli di grano respirano il ciglio della collina
un pescatore raduna le reti prive di stelle e conchiglie
/ ma eravamo bambini / e il cielo sarà nuvoloso e la pioggia sgocciola fame scivolando nella bocca del cercatore di perle
germogli nel deserto della carne ad applaudire un cameriere all’ombra di un alfabeto bagnato dentro coppe di pane del tempo
la verità è imbrigliata nel tetto del sogno nuda così, come sonno d’amante.
(***) “And I’m standing on the edge of some crazy cliff. What I have to do, I have to catch everybody if they start to go over the cliff – I mean if they’re running and they don’t look where they’re going I have to come out from somewhere and catch them. That’s all I do all day. I’d just be the catcher in the rye and all. I know it’s crazy, but that’s the only thing I’d really like to be.” J.D. Salinger – The Catcher in the Rye – Ch. 22
E io sto in piedi sull’orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere dal dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l’acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l’unica cosa che mi piacerebbe veramente fare. “il Giovane Holden” di J.D. Salinger -capitolo 22-
mi sono persa, il mio cuore è stanco non brama più l’esserti vicino e la memoria non ha più cassetti da aprire
dietro le ciglia della notte ero qualunque cosa tu volessi la bellezza i sensi il sorriso il lamento la femmina l’anima l’amica le tue ferite dolorose le lacrime del cielo il ritornello la conversazione i labirinti il rifugio la dimora il sogno la realtà l’esistenza la pioggia, le rose, il viola, il velluto,