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pensieri sparsi (1)

mi sono sempre chiesta perché, durante il periodo “natalizio”, il mio pensiero così profondamente laico, sia sempre andato al racconto che GIOTTO fa della Natività nella Cappella degli Scrovegni
mi ha sempre “preso” nelle maglie del suo racconto essenziale, “pulito”, sereno, ma anche pieno di grande pietas, di grande partecipazione, una nascita, certo non comune, ma sempre una nascita
Giotto aveva tagliato la sottile cordicella che legava la pittura ai modi e alle tradizioni bizantine, e sui muri delle cattedrali dipingeva le storie di Cristo e dei santi con grande vivacità e realismo, togliendole dall’astrattezza bizantina per calarle nel contesto semplice e quotidiano della vita, molta umanità, molta fedeltà alla natura, all’uomo, colori vivi, composizioni armoniche a volte perfette
“i racconti” della Cappella degli Scrovegni evidenziano una maggiore distensione e morbidezza delle forme, anche il tono del racconto sembra farsi più grave e pacato, e soprattutto il paesaggio, benché più sobrio ed essenziale che ad Assisi, è in perfetta rispondenza ed armonia col ritmo del racconto….
possiamo, volendo leggere in quelle “storie” parte del nostro quotidiano, attraverso il tempo, vissuto con partecipazione e raccontato con “pace” e serena armonia

La Natività

la composizione è come spinta verso il primo piano, eppure risulta chiaramente inserita nello spazio.
per la decorazione del mantello della Vergine sono stati impiegati lapislazzuli, grande rilievo viene dato alle posizioni dei personaggi; tutti sono rivolti verso il bambino tranne Giuseppe,incredibile Giuseppe, il quale è addormentato ai piedi della mangiatoia e spicca nell’immagine (rispetto alle altre figure) grazie ai colori (perfettamente conservati) dei suoi abiti.

La fuga in Egitto

uno dei più famosi affreschi della Cappella, è immerso in un panorama roccioso come quello nelle Stigmate di S. Francesco ad Assisi, tuttavia appare più morbido, meno rigido, Maria e il bambino formano un gruppo isolato nel centro della scena, la loro solennità è raccontata anche dalle pieghe ricche, meravigliose del suo mantello, il suo profilo è molto più convincente di alcuni di Assisi, come se Giotto si fosse liberato definitivamente del pregiudizio medievale, noi possiamo solo immaginare l’effetto sorprendente che questa immagine della Vergine ha dovuto avere sui contemporanei di Giotto, abituati come erano alle convenzioni rispettate dagli altri pittori.

continua
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