
Elliott Erwitt – Elio Romano Erwitz
fotografo americano 1928
se è vero che Erwitt è tra i fotografi che più di altri hanno saputo separare , e tenere separate, l’attività di ricerca personale da quella commerciale (“io sono il miglior cliente di me stesso!”), è altrettanto vero , per sua ammissione, che talvolta vi può essere una sovrapposizione, una committenza, magari anche ben retribuita, “che ti chiede di realizzare fotografie che tu avresti comunque scattato, solo per passione. Allora è il massimo”
dalle immagini del fotografo traspare anche il carattere dell’uomo-Erwitt, che è profondamente buono, Erwitt è un tenerone la sua tenerezza si riversa soprattutto sui cani e sui bambini. li ha fotografati entrambi dal giorno stesso in cui ha preso in mano una macchina fotografica; ai cani ha dedicato un libro intero “Dog Dogs”, cominciando proprio dal giorno stesso in cui scese da un autobus per mettere piede a New York
ma Erwitt ha anche uno spiccato senso dell’umorismo: una ironia affettuosa che si esprime nella battuta sempre pronta, tanto nella conversazione, come al momento di far scattare l’otturatore, e nel piacere del paradosso è un uomo che pensa in positivo, non è che chiuda gli occhi dinnanzi alla realtà : semplicemente la sua incrollabile avversione per ogni forma di violenza e sopraffazione si manifesta nella sua forografia, come nella vita stessa, con la riflessione eun invito alla riflessione
quel primo piano di Jacqueline Kennedy ai funerali del marito ha emozionato e commosso più della stessa sequenza dell’attentato che tutti hanno visto e rivisto in televisione

così come l’immagine dei due lavandini “white and colored”,

ben al di là del suo valore documentario sulla discriminazione razziale negli U.S., è diventata un simbolo, il simbolo potentissimo e straziante, di una qualunque ingiustizia nel mondo!
QUI potete trovare un simpatico viaggio attraverso la sua mostra -“Elliot Erwitt. Family”