
melodia alternata
soffio di luce al vento
a ricamo d’ombra trattenuto
-(silente)-
riflessi di suoni rubati
a grappolo dal giardino d’inverno
-(assonanti)-
rulli di scrittura su tamburo
a incidere di musica la pelle
melodia alternata
soffio di luce al vento
a ricamo d’ombra trattenuto
-(silente)-
riflessi di suoni rubati
a grappolo dal giardino d’inverno
-(assonanti)-
rulli di scrittura su tamburo
a incidere di musica la pelle
le nuvole erano fiume
nel colore dei fogli,
non ci sono più muraglie
a raccontare la notte
svuotata della sua oscurità
vago alla deriva
cantando nelle strade,
sotto il vestito
il colore del gemito,
ombra legata ad ombra
comincia nel cuore questo freddo, arrivato d’improvviso, senza bussare alla porta con discrezione
si accoccola ai miei piedi e pretende di arrivare ai miei pensieri, con insistenza, decisione
impotente, stanca e senza desideri lo lascio vagare sulla mia pelle, giocare con le mie labbra, sfiorare i miei occhi
pur sempre un amico che arriva quando meno lo vorrei, è un amico un compagno di tempi che si succedono e che non vogliono mai allontanarsi del tutto
lo temo e mi fa compagnia, gela le malinconie e i pianti, tramuntando le lacrime in cristalli salati, lasciando la pelle tirata che potrebbe spezzarsi al primo movimento
gli occhi mi dolgono, hanno dentro piccole punte di ghiaccio che impediscono loro il sonno e il riposo, come cime innevate che il sole non vuole scaldare
avvolgimi malinconia con un panno colorato e culla un corpo che ha bisogno di fuoco
a volte accade che la malinconia si faccia uccello e mi racchiuda fra le sue ali, ma basta un lieve soffio di vento o un rosso o un giallo ad allontanarla da me
ti conservo per le stanze d’inverno
maglia scucita, fiore carnivoro
nuvola trasparente che luce incarta
da gialle finestre rigate di pallido sole
frammenti di quotidiano irrompono con frenetica corsa dentro il mio tempo,
li sento
li annuso
li ascolto
li canto
costringono le mie labbra ad un tenero sorriso, come una carezza leggera di piuma d’uccello
solleticano i miei sensi intorpiditi con sferzate di nulla, di poco, di niente.
Un nulla ricolmo di tutto
di doni
di gesti
di luoghi
di occhi
di parole.
vi amo momenti brevi, intesi, irripetibili, dolci, romantici,violenti, appassionati, mai uguali,
non attesi, giungete all’improvviso e all’improvviso mi abbandonate
ma lo so,
lo sento,
lo voglio,
sarete il sole e l’aurora di domani, e di domani, e di domani e di domani…
GRAZIE SATIE!!
il silenzio cieco ruba il tempo
in sguardi orlati a sbieco
della prossima vita
i sussurri tengono la penna
/come manico di coltello/
inchiostro di fumo verga
tristezze di tempi lenti
/come gli anni delle vergini/
oltrepassare la porta del viaggio
è attraversare il muro dell’addio
i bagagli pesanti accalcati
su vagoni merci in tratte solitarie
ora è buio, l’aria è un colibrì
che vola senza fiati
/a rincorrere la mia ombra
che affonda nella memoria/
paradossale riflesso
di metafore, anafore, similitudini
di figure retoriche
prestate al quotidiano
percezione differente
di un modo identico
di messa in scena
di passato e presente
il dettaglio della scrittura
frantuma il cannocchiale
della nostalgia
rincorre gli anni
della ricordanza
a fare la ruota sulla spiaggia
le gambe e le braccia
aperte, abbandonate,
a trattenere gli ultimi raggi
di un tramonto improbabile.
noi siamo 4 fratelli, tre sorelle e un fratello e quando eravamo piccoli mio padre, un grande camminatore, ci portava spesso a fare un giro abbastana lungo, ma sempre pieno di sorprese! Si partiva in macchina (una vecchia 1100 nera) da Parma e si arrivava al Rifugio Lagoni che sorge sulla riva dei Laghi Gemini dove si lasciava la macchina e poi a piedi zaini in spalla fino al lago Bicchiere dove di solito si mangiava al sacco
vi si arriva in auto da Corniglio, continuando per Lagdei e seguendo, con molta calma, una lunga strada sterrata, non molto diversa dalle antiche vie che si percorrevano a cavallo o in carrozza, provenendo da Est, da Monchio delle Corti, la strada si fa addirittura avventurosa, perdendosi in chilometri di tornanti sterrati e serpeggianti tra immense foreste dove la fanno da padroni una infinità di faggi ed in autunno le spettalo è fiabesco coi colori delle foglie dei faggi stessi dove brillano i rossi più strani
il paesaggio che si apre presso il rifugio è così insolito da far credere di essere in qualche vallata della Scozia o della Scandinavia piuttosto che non lontano da Parma: di fronte al rifugio un grande lago di origine glaciale si insinua ai piedi delle montagne che svettano più sopra, a volte con morbidi crinali e a volte impennandosi in creste rocciose, questo è il primo e il più grande dei due laghi Gemini ma anche conosciuti come Lagoni, che danno il nome al rifugio.
essi infatti sono due laghi gemelli di origine glaciale posti sul fondo del selvaggio vallone del rio omonimo, tra il Monte Scala e la Rocca Pumacioletto. Il lago inferiore (1340 m) è sbarrato a valle da un piccolo muretto in pietre, costruito per farci passare la strada sterrata. Ha forma quasi rettangolare, lungo e stretto. La profondità al centro è di 7,4 m, mentre l’estensione è di 32500 mq. Il lago superiore (1357 m), raggiungibile dall’inferiore in pochi minuti, ha una forma più tozza e circolare, ed è leggermente più ampio, raggiungendo 35700 mq di estensione. È meno profondo (5 m) e presenta nei pressi dell’immissario una piccola zona popolata da piante palustri
dal Rifugio Lagoni (situato a quota 1329 metri), a piedi per raggiungere il lago Scuro si deve imboccare il sentiero 711 che parte dalla riva destra del Lago Gemio Inferiore, il sentiero sale nella faggeta sino ad un bivio, svoltando a destra ci si immette nel sentiero 715 percorrendo il quale si giunge in pochi minuti al Lago Scuro
il lago, situato a 1.527 metri d’altitudine, si trova nella parte occidentale del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e fa parte anche del Parco regionale dei Cento Laghi, per dirla come gli esperti è collocato in un circolo glaciale dominato poco più a sud dal monte Scala (1717 m s.l.m), che divide la vallata dei Lagoni da quella di Badignana, entrambe comprese all’interno del parmense
di origine mista in parte morenica e in parte di esarazione, si estende su di una lunghezza massima di 130 m con una larghezza che raggiunge i 100 m, il lago non possiede immissari ed è quindi alimentato soltanto dall’apporto di acque sotterranee; ciò causa una variazione consistente delle dimensioni del lago stesso per cui capita non di rado che il livello delle acque sia inferiore a quello dell’inizio dell’emissario, denominato rio lago Scuro, che risulta dunque essere in secca per lunghi periodi
vi abitano dei piccoli crostacei e non vi erano pesci quando io ero bambina, mentre recentemente sono state rinvenute nelle acque del lago delle trote fario molto probabilmente immesse dall’uomo
da qui, oltrepassando i i segnavia a destra per il Monte Scala si gira bruscamente a sinistra superando alcune radure ed entrando nella faggeta. Il sentiero sale con alcuni tornanti tra faggi e piccole radure panoramiche fino a sbucare in una piccola conca dove si trova un cartello indicatore. Si prosegue tra le praterie di quota cosparse di rocce affioranti, salendo a destra con due ampi tornanti fino al Passo di Fugicchia (1667 m), aerea sella che divide il Monte Scala dal Monte Matto; qui giunge da destra il sentiero proveniente dalle Capanne di Badignana. Si piega a sinistra lungo la cresta erbosa percorsa dal sentiero 717, che poco dopo si sposta sul versante sinistro e sale in diagonale tra erba e brughiere a mirtillo fino al piccolo Lago Bicchiere (1725 m).
è un minuscolo specchio d’acqua di origine glaciale posto nella valletta del Torrente Parma dei Lagoni, circa 100 metri sotto il crinale spartiacque dell’Appennino Tosco-Emiliano.
giace in una piccola conca sospesa, dalla forma di ovale allungato, posta sul versante nord-ovest del Monte Matto (1837 m) tra ampie distese ad erba e mirtillo. Il fondale del lago è fangoso cosparso di massi affioranti di arenaria macigno, la roccia che forma le montagne più alte di questo tratto di Appennino.
essendo assenti immissari ed emissario, e avendo il lago un bacino imbrifero molto piccolo, il livello dell’acqua dipende molto dalle precipitazioni atmosferiche. Quindi lo specchio d’acqua presenta variazioni di livello tra le varie stagioni, e nelle estati più secche si può trasformare in una pozzanghera. Per lo stesso motivo, però, il Lago Bicchiere è preservato da fenomeni di interramento.
sono assenti insediamenti di vegetazione palustre, mentre la fauna è costituita soprattutto da anfibi (rane e tritoni).
ed è qui che si mangiava, e confesso che io mi toglievo le scarpe! non sopportavo mai quelle grosse scarpe da montagna! la colazione erano dei pannini che preparava la nonna Colomba con tonno e pomodori o uova sode e cetrioli , ne sento ancora il sapore il bocca, il pane era quello fatto in casa con le fette grosse e spesse e poi la torta quella delle tagliatelle che era la torta della domenica! a me piaceva in particolare andarci in aututto, non ho mai più visto colori simili nelle foglie i faggi in questo sono pittori straordinari!
il paesaggio era piuttosto brullo rispetto al lago Scuro o ai Lagoni, ma per noi bimbi era come essere arrivati in capo al mondo, e di faceva il gioco del gerlo e chi vinceva poteva avere doppia razione di gelato appena tornati a casa! erano tempi magnifici perchè c’eravamo tutti e 4 e siamo sempre stati legati i nostri figli si considerano fratelli e non cugini e sono davvero una Banda! mio fratello ci ha lasciato troppo presto e il suo posto l’hanno preso i suoi figli!
lascia ch’io frughi
lo scrigno della notte
con sussurri di parole
lascia ch’io assaggi
il miele dei tuoi occhi
il nettare della tua bocca
e ne riempia in segreto
caraffe d’argento
la nostalgia a te mi riconduce,
errante bagliore in filo d’alba
Timeo Danaos et dona ferentes
Drink the fuel!
Dura tenersi gli amici, oggigiorno...
Relax!
X e il valore dell'incognita
Per come fai il pane so qualcosa di te, per come non lo fai so molto di più. (Nahuél Ceró)
Parliamo di emozioni
... ma senza prendersi troppo sul serio
Parole dette, parole lette
stellare