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pensieri sparsi (2)

prima parte

La Natività come nascita

alla fine pensandoci Giotto ha dipinto anche per me, ha rappresentato “Una Natività” come anche un laico voleva sentirsi raccontare, la maestosità e nelle stesso tempo la morbidezza delle figure, dei visi, delle sensazioni, credo appartengano a tutta la collettività sia dei credenti , sia dei non credenti
vorrei continuare il mio discorso sulla nascita e sul significato “laico” di questa parola, perché a dirla tutta credo che anche nel sentire dei non credenti ci sia un sentimento religioso che potrebbe essere rappresentato dal superamento di un credo religioso o di una fede ed essere un atteggiamento umano di rispetto verso la persona nella sua integralità, libertà, singolarità e diversità, e rappresentare anche il desiderio di riconoscere o di relazionarsi con il Mistero e forse anche nel porci continuamente domande sul nostro rapporto con gli altri
nel momento della nascita la figura della MADRE ha da sempre racchiuso in sé la simbologia religiosa e profana senza alcuna distinzione LA MADRE terra, LA MADRE di Dio, sono sempre e comunque origine di vita, rinascita e salvezza
molti Grandi hanno raccontato LA MADRE, definendola in tanti modi, Madonna, Maria, Vergine, alcune di queste raffigurazioni sono ormai all’interno della storia dell’arte, ma anche di quel “sentimento religioso” che appartiene all’Umanità intera
vorrei ricordarne , alcune meno note, ma a mio “soggettivissimo” giudizio molto significative:

di Gerard David – La Madonna della pappa –

pittore molto popolare per il suo tempo, fiammingo, lavorò molto a Bruges, esportò le sue opere im molte parti d’Europa.
tra fine ‘400 e inizio ‘500 le sue opere sono state più’ volte copiate, il suo lavoro si rivolgeva spesso verso temi religiosi, sempre con grande dolcezza di toni e di colori
la scena è ambientata dentro ad una casa, dove sembra regnare quiete e tranquillità, molti sono i simbolismi che hanno avvolto il racconto degli oggetti nel quadro: la mela che rappresenta il peccato originale, il pane che rappresenterebbe l’Eucarestia, e la figura di Maria che sta facendo magiare il figlio, viene letta come strumento di salvezza in contrapposizione alla mela
forse troppa simbologia che a volte distoglie dalla “pienezza” del quadro, che è a mio avviso una splendida ed umanissima espressione di una MADRE.

di Luca Cambiaso – La Madonna della candela –

pittore ligure nacque a Moneglia nel 1527, lavorò soprattutto nella sua terra e per la corte spagnola.
questa Madonna della candela è forse l’opera più’ riuscita di quelle denominate “notturni”, che avevano come punto di riferimento un notevole rigore spaziale anche nella rappresentazione della figura, i colori sono pochi, ma sempre molto intonati e come in questo caso “caldi” e avvolgenti e dove la luce, non naturale, diviene un elemento fondamentale al racconto.
sicuramente un’opera che rappresenta una adesione alle motivazioni della Controriforma, un cogliere la MADRE in un momento incredibilmente intimo e nello stesso tempo universale

di Gustav Klimt – Le tre età della donna –

è sicuramente uno dei dipinti che magistralmente interpreta le madri, nel loro passare del tempo e delle generazioni, la bimba dormiente, io credo sia il fulcro del racconto, in lei vi è la “religiosa” inconsapevolezza della crudeltà della vita, del dolore, ma anche un appagamento quasi sensuale della “nascita”
nella figura della “vecchia”, col viso coperto come a non voler raccontare alla fanciulla cosa sarà il futuro, c’è un incontro con tanathos, forte, ma nel contempo non tragico fino in fondo, lo sfondo che l’avvolge è dorato e luminoso, sicuramente pervaso di sentimento religioso è la figura della “donna”, dove è racchiusa tutta la forza della “Grande Madre generatrice”, e in questo è l’essenza della maternità, generatrice di Umanità, questa Umanità che stiamo perdendo, guardando i visi delle donne contemporanee, che non hanno spesso il dono di vedere le loro “creature” avviarsi alla pienezza della vita, ma che nonostante tutto “amano”, amano profondamente e ancora conservano le lacrime purificatrici del dolore

di Picasso – Guernica –

in questo momento, e pensando al dolore delle madri, ho il desiderio di mettere come momento “religioso” alto , e “come un urlo contro la guerra” contro la disumanità che percorre senza freno le nostre strade, un dipinto che è evento già in se stesso, in cui non c’è quasi colore, non c’è rilievo o plasticità nelle figure, eliminando il colore il rilievo si stronca il rapporto dell’uomo col mondo; non c’è più vita, rinunciare al colore significa affidare all’efficace contrasto del bianco e del nero il senso di tragedia e di angoscia della rappresentazione della morte, dove ancora vengono rappresentate MADRI
una donna urla per la morte del figlio
una donna alla finestra brandisce una fiaccola
una donna corre come una pazza verso il cavallo

continua…
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