
Reginald Marsh
americano 1898 – 1954
Reginald Marsh è stato uno dei migliori pittori e cronisti americani della vita urbana negli anni ’30 e ’40.ì, è stato l’ispiratore del film “Chicago” di Rob Marshall edappartiene a quella generazione di giovani artisti americani che, sotto l’influenza dell’impressionismo< e dell’espressionismo (e più tardi dietro la frenesia del jazz), dopo la prima guerra mondiale concentrarono la loro attenzione sulla riproposizione realistica delle scene di vita urbana newyorkese. Marsh, però, si espresse con una marcia in più rispetto agli altri, perché il mondo del cinema e dello spettacolo e, in contrapposizione, quello dei poveri e degli emarginati, lo attraevano in modo particolare. Quella, allora, era l’essenza della vita sociale delle metropoli americane e Marsh l’aveva avvertita con nettezza. Quindi, l’artista finì per ficcarcisi letteralmente dentro per coglierne, con assoluta libertà ed una vena di socialismo, le atmosfere più sexy, torbide e crude, tramite una pennellata secca e graffiante che ancor oggi suscita emozioni forti e coinvolgenti. Nelle opere di Marsh, infatti, la Grande Mela – rappresentativa anche delle altre grandi città statunitensi – pullula di sguardi lascivi e inquietanti, di gonne alzate dal vento (sbalorditiva anticipazione della Marilyn Monroe di “Quando la moglie è in vacanza”), di balli sensuali (ripresi forse anche oggi da “Paolo Conte” nel brano “Boogie”), di reporter al lavoro, di nuguli di ragazze al botteghino del cinema e di loschi figuri, tali da reimmergerci ” tout court” nei colori, negli stili e perfino nei suoni del tempo!
Quindi, non c’è da stupirsi se il direttore della fotografia di “Chicago”, Dion Beebe, ha pubblicamente dichiarato che: ” I set erano tutti ispirati ai quadri di Reginald Marsh” e che ” Quel tipo di atmosfera tornava anche sul palcoscenico, con i corpi e gli arti dei ballerini così intrecciati tra loro, tanto che abbiamo cercato di catturare quel senso di erotismo in ogni inquadratura “.
Un’atmosfera che, a mio avviso, si avverte perfettamente nell’intera pellicola del regista/coreografo Rob Marshall, il quale, dopo la conferenza stampa del film tenutasi nel prestigioso St. Regis Grand Hotel di Roma, in esclusiva per Pitturae dintorni, ha dichiarato che: ” Reginald Marsh è uno straordinario pittore degli anni trenta che sosteneva le cause dei poveri. Perciò nelle sue opere c’è un senso della vita e del suo scorrere nelle anime più umili della città
nacque a Parigi nel 1898, in un appartamento sopra il Café du Dôme, dove si riunivano artisti e scrittori. Marsh era il secondo figlio nato dagli americani Alice Randall, che dipingeva miniature e Frederick Dana Marsh, che dipingeva murales.
La famiglia era benestante, grazie al successo dell’attività di confezionamento della carne del nonno paterno di Marsh.
Quando Marsh aveva due anni, la famiglia si trasferì in una colonia di artisti a Nutley, nel New Jersey. Dopo aver frequentato la Lawrenceville School, è andato a Yale, dove ha lavorato come illustratore per The Yale Record .
Dopo essersi laureato a Yale nel 1920, Marsh si trasferì a New York, sperando di trovare lavoro come illustratore.
Iniziò a prendere lezioni alla Art Students League nel 1921. Il suo insegnante era Ashcan Painter, John Sloan, che ispirò Marsh a dedicarsi alla pittura.
Nel 1922, Marsh fu assunto dal New York Daily News, dove gli fu assegnato il compito di disegnare artisti di vaudeville e burlesque per una rubrica regolare.
Nel 1923 Marsh sposò Betty Burroughs, che era la figlia del curatore di pittura al Metropolitan Museum of Art e lei stessa una scultrice. Divorziarono nel 1933 e nel 1934 sposò la sua seconda moglie, Felicia Meyer, una pittrice di paesaggi.
Marsh ha tenuto la sua prima mostra personale al Whitney Studio Club nel 1924.
Nel 1925, il New Yorker iniziò a pubblicare e Marsh divenne un collaboratore regolare della rivista dal 1925 al 1944.
Marsh tornò in Europa nel 1925. Era in una galleria di Parigi quando incontrò il pittore regionalista americano Thomas Hart Benton . L’influenza sia di Benton che dei maestri europei, come Tintoretto, è evidente nelle opere di Marsh.
Quando tornò a New York nel 1926, Marsh iniziò a prendere meno lavori commerciali e iniziò a fare dipinti più seri. Era affascinato dalla folla e dalla classe operaia di New York e catturava il brusio della vita cittadina. Non faceva parte della classe operaia, ma ne era un osservatore.
Marsh ha lavorato a tempera e ha anche disegnato, fotografato e inciso. La sua incisione Bread Line — No One Has Starved , sottolinea la gravità della Depressione. Il titolo si fa beffe di un’osservazione del presidente Hoover. L’acquaforte è nella collezione permanente del Met.
Alcuni dei più grandi lavori di Marsh furono realizzati durante il Public Works of Art Project di FDR, progettato per dare lavoro ad artisti e scrittori durante la Depressione. Sorting the Mail , realizzato nel 1936, è uno sguardo magistrale in un momento della giornata di un impiegato delle poste.
Reginald Marsh divenne uno degli insegnanti più influenti dell’Art Students League, dal 1935 al 1954. Ha contribuito a influenzare uno stile e un carattere dell’arte che è unicamente americano.
Le opere di Marsh si trovano nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art, del Boca Raton Museum of Art, del Whitney Museum of American Art, del Vero Beach Museum of Art e di altri importanti musei e gallerie.
I suoi murales abbelliscono la dogana degli Stati Uniti a New York e l’ufficio postale degli Stati Uniti a Washington, DC
il 3 luglio 1954, Marsh subì un attacco di cuore e morì, all’età di 56 anni, nella sua casa di Dorset, nel Vermont.